Furore si adagia su un pendio coltivato a vite e ad ulivi. Il nome antico di tutta la zona era “Terra furoris”, per l’assordante frastuono che, nelle notti di tempesta, il mare ed il vento producevano rimbombando contro la pareti del fiordo che scende a picco.

Il fiordo è incuneato tra le rupi ed ospita minuscole casette un tempo abitate dai pescatori.